Lo studio di questa struttura da un punto di
vista clinico-funzionale si avvale di diverse fasi:
in primis
l’ANAMNESI che permette di orientarsi
sulle caratteristiche dei principali segni e sintomi a genesi rinosinusale:
1)
l’ostruzione
2)
la
rinorrea
3)
il
dolore
4)
le
variazioni dell’olfatto
5)
la
presenza di starnuti
Una buona
anamnesi è
fondamentale per avere importanti informazioni nella prosecuzione dell’iter
diagnostico.
In seconda battuta l’esame
visivo, che permette di valutare le
caratteristiche della
piramide, la presenza di
deviazioni o
gibbo, la valutazione
deve considerare la eventuale presenza di una modifica delle
aperture marinali
con eventuale presenza di una
lussazione della cartilagine quadrangolare dalla
colummella o una differenza nelle aperture.
Un test estremamente semplice può
essere la
valutazione del flusso respiratorio
dopo avere sollevato la punta del naso con le dita. In caso di un
problema a carico della
valvola
si assiste ad un deciso miglioramento del
flusso respiratorio nasale,
mentre se il problema è posteriore (ad es.
ipertrofia dei turbinati,
deviazione del setto
o altro) non si ottiene alcun
miglioramento.
Su questa base ha avuto successo
l’uso dei
cerotti dilatatori
della
valvola nasale
che però hanno una base logica esclusivamente in caso di
ostruzione
legata ad un
problema valvolare.
Successivamente si valuta sulla base delle
indicazioni offerte dall’anamnesi la
presenza o meno di punti dolorosi spontaneamente o alla pressione digitale.
Un dolore alla pressione in corrispondenza dei
punti sinusali (emergenza del n.
sottorbitario e
fossa canina
per jl
seno mascellare, pressione sull’osso
lacrimale per gli
etmoidali anteriori, emergenza
n. sovraorbitario per il
frontale,
al
vertice per
lo
sferoidale), e rilevare le variazioni di dolorabilità al piegamento anteriore della testa, segno di
Flaiani.
In genere,
se presente
sinusite purulenta, il dolore aumenta per un
aumento della pressione
esercitata dal pus sulla
parete anteriore del seno. Un dolore invece localizzato
alla
radice del naso o
bitemporale
può essere la spia di un
blocco di I° costa cervicale
con irritazione meccanica del
ganglio stellato
(ganglio
simpatico cervicale inferiore).
Segni associati ad una
patologia nasale possono essere
rappresentati dalla presenza di “occhiaie”, tipiche nel
bambino allergico, di
prurito al palato (rinite allergica), di
modifiche della voce
che può presentare
una riduzione della
risonanza nasale, sono queste le
rinolalie
chiuse
suddivisibili in anteriori (ad es. una banale
rinite),
posteriori (adenoidi
ipertrofiche) o
antero posteriori.
La presenza invece di una insufficienza
velare
come in una
palatoschisi, in una
paralisi velare, in siti di chirurgia
palatina etc.. può associarsi alla presenza di una esagerata
risonanza nasale e
fuoriuscita di aria dal naso durante la pronuncia di alcune consonanti (ad es.
S, N, etc.); la
rinolalia
aperta può associarsi a passaggio di cibi o liquidi nel
naso durante la deglutizione per insufficiente chiusura delle
porzioni nasali
erinofaringea all’atto della deglutizione.
Lo studio anatomico-clinico delle
cavità nasali
è per forza di cose sempre
endoscopico.
Inizia con una semplice
rinoscopia
anteriore
in cui si utilizza uno
speculum nasale
che permette una
dilatazione della
valvola nasale ed una fonte di luce, fornita da uno
specchio di Clar,
o da un
piccolo
microscopio come il
Lumiview, o da un
fotoforo etc..
Personalmente
prediligo il
Lumiview. Muovendo la testa del paziente si possono avere informazioni
sul
setto turbinato inferiore,
meati, etc.
Si possono “palpare” queste strutture
con un piccolo
specillo bottonuto
per vedere il
grado dell’edema
e se una
deviazione settale
è vera o è solo un
turgore della mucosa.
Dopo aver valutato il
colore della mucosa
(rosso vivo
nelle
riniti acute,
pallido
nelle
forme allergiche
e nell’anemia
etc.), si procede al test della
decongestione
che permette di verificare meglio determinate strutture, e di avere
già una prima, importante informazione clinica.
Difatti, se vi è un notevole
miglioramento delle
resistenze nasali
il problema è funzionale e
suscettibile di una risoluzione con
terapia medica
o comunque di buon miglioramento con terapia medica seguita
eventualmente, da
terapia chirurgica,
mentre se non vi è nessun miglioramento è verosimile che il problema
sia esclusivamente anatomico e pertanto suscettibile di
miglioramento esclusivamente con
terapia chirurgica.
Nel bambino piccolo in mancanza di
strumenti può essere utile sollevare la
punta del naso
e valutare le strutture con un semplice
otoscopio.
Per la valutazione del
rinofaringe si
utilizza un piccolo
specchietto angolato ruotato verso l’alto posizionato in
orofaringe previo
abbassamento della lingua.
Questo esame spesso è impossibile per presenza di
riflessi,
scarsa collaborazione,
veli palatini troppo posteriori etc..
Un enorme superamento del problema si ha grazie
all’uso di
ottiche flessibili
(di 3,2 o 3,4 mm) o
rigide a
diversa angolatura in gradi
che permettono di avere un ottima visione di tutte le
strutture nasali
e
rinofaringee,
e di poter essere collegate tramite una telecamera ad un sistema video.
Inoltre, dentro la fibra possono essere veicolati strumenti di presa o taglio, o
un raggio laser. Grazie a questa innovazione tecnologica è nata la
chirurgia
endoscopica nasale
che velocemente ha soppiantato molta della chirurgia nasale
tradizionale essendo più conservativa, più funzionale, etc…
Lo studio radiologico delle
fosse nasali
prevede “lastre del cranio
e dei
seni paranasali”
nelle proiezioni classiche, ormai di ridotto utilizzo in ragione dei frequenti
falsi positivi o negativi.
La
TC del
massiccio facciale,
con o senza mezzo di contrasto, la
RMN. L’eco
A e Bscan ha un limitato utilizzo.
TAC NASO
Lo studio funzionale nasale parte dal semplice
test sul
tempo di trasporto muco ciliare, la
rinomanometria permette di
valutare
flussi e pressioni nasale, la
rinometria acustica.
Grande importanza va data alla
citologia nasale che consiste nel prelievo di materiale
dalla mucosa del 3° medio del turbinato medio mediante una piccola spatolina (Rhinoprobe),
nella fissazione, nella colorazione e nella successiva lettura con microscopio
ottico ad immersione del preparato.
Con questa metodica è possibile valutare
direttamente la
situazione citologica nasale,
vedere un eventuale
infezione
in atto
batterica o
fungina e spesso identificare l'agente infettante; è inoltre
possibile visualizzare le varie fasi di
formazione del biofilm batterico e
seguirne la sua evoluzione nel tempo. Inoltre si può effettuare una
documentazione fotografica.
Se il microscopio è dotato di
kit per il contrasto
di fase si può "de vivu" evidenziare
il
movimento ciliare.
Granulocita Eosinofilo
In associazione ad
endoscopia nasale e
prick
test, è possibile valutare la presenza di una eventuale
rinite allergica o di
una
sindrome non allergica (NARES o
NARESMA) isolata o
associata all'allergia.
E' possibile inoltre effettuare il
follow up.
La metodica non è dolorosa, è di
semplice esecuzione e può essere effettuata in ambito ambulatoriale.
E'
fondamentale che la lettura e l'esecuzione del test sia eseguita da un medico
esperto nella metodica.
In casi particolari, in caso di
sospetta allergia
si può ricorrere di comune accordo con l’allergologo, ai test di
provocazione nasale.
La valutazione dell’olfatto
in maniera empirica viene testata facendo annusare diverse sostanze odorose o
con strumenti molto sofisticati come l’olfattometro.
Nello studio dell’olfatto
va tenuto conto che alcune sostanze come l’ammoniaca non sono
veicolate dal
nervo olfattivo
ma per via
trigeminale
e che un’alterazione
dell’olfatto si associa
necessariamente ad un’alterazione
del senso del gusto.