La genesi delle malattie
dell'orecchio medio è completamente differente in quanto, come visto
precedentemente, l'orecchio medio è in stretta relazione con il
sistema delle
vie respiratorie superiori, e la stessa mucosa che lo riveste è costituita da
un epitelio ciliato di tipo respiratorio.
Tali ciglia si muovono con un ritmo sincrono
e sono sormontate da due strati uno più fluido avrebbe un azione lubrificante
sulle ciglia stesse (Low D. E. Can. Med Ass. J.), il secondo allo stato di gel
intrappola particelle che devono essere eliminate; per cui il sistema
muco-ciliare funziona praticamente da nastro trasportatore.
Tale materiale è
drenato nel
rinofaringe dalla
tuba (funzione di drenaggio).
Per questo motivo
le patologie di questa regione sono una stretta dipendenza del
naso, e difatti
tutte le condizioni di alterato funzionamento nasale sia per
stenosi meccaniche
pure (deviazioni più o meno complesse del setto nasale,
vegetazioni adenoidee,
etc.) che per
fatti infiammatori,
ma anche per un insufficienza o un
immaturità dei muscoli
che aprono la
tuba.
Le
otiti si dividono in
acute e
croniche, esse sono
infezioni in genere batteriche della mucosa dell’orecchio
medio, ed i germi giungono solitamente tramite la
tuba, anche se raramente è
possibile una
via ematogena
o una attraverso una
perforazione
della
MEMBRANA TIMPANICA.
Nella
genesi della comune
otite media acuta si riconoscono classicamente diverse
fasi, il primum movens è rappresentato da un
cattivo funzionamento della tuba,
infatti se questa non esercita in modo completo le proprie funzioni, in
particolare quella di
ventilazione,
si può verificare una diminuzione della pressione dell’orecchio medio, verificabile con l’esame impedenzometrico.
Questa metodica
permette di obiettivare le
pressioni dell’orecchio medio utilizzando come
parametro di riferimento la cedevolezza o “compliance” del
sistema timpano ossiculare, e di ottenere così diverse curve caratteristiche. (vedi
figura).
Si
realizza così una sorta di retrazione ed irrigidimento della
MEMBRANA TIMPANICA, che comporta
una sensazione di
rimbombo della propria voce (autofonia),
ipoacusia trasmissiva
e
senso di orecchio ovattato; all’esame otoscopio
in questa fase è
visibile una lieve
retrazione della MEMBRANA
TIMPANICA, ed un’iperemia
del
manico del martello
una sua lieve retrazione, ed una rigidità iniziale verificabile con l’otoscopia
pneumatica il cui corrispettivo è una curva timpanometrica di tipo C.
La fase
successiva è quella sierosa,
ossia della formazione di un
versamento liquido
notevolmente acquoso nella
cassa
con accentuazione dei sintomi precedenti, ma
manca
ancora il dolore.
In questa fase e nella successiva in particolare, i
bambini possono apparire particolarmente infastiditi, e lamentarsi senza che vi
sia reale dolore, ciò vale in particolare se la forma è
monolaterale.
Otoscopicamente
si può osservare che questo liquido acquoso, può formare un
menisco
(come accade per un qualsiasi liquido contenuto in un recipiente), che si sposta
con lo spostamento del capo, e, talora possono essere visibili delle
piccole bolle
d’aria.
Si ritiene che alla base della formazione del
versamento
sieroso vi possa essere una sorta di meccanismo di risucchio “ex vacuo”, legato
alla persistenza della
pressione negativa.
In questa fase una
terapia locale
con
lavaggi nasali con
soluzioni isotoniche
o
modicamente ipertoniche se
presente una
componente secretiva abbondante a livello nasale e rinofaringeo,
utilizzando magari apparecchiature per
doccia nasale (come ad esempio il kit rhinowash della Mefar) che possono tranquillamente essere montate su un aerosol
di tipo tradizionale permette di rimuovere le secrezioni e migliorare a livello
nasale e quindi anche tubarico il
movimento ciliare (clearance muco ciliare);
ad esse possono essere associati per brevissimi periodi dei
vasocostrittori
locali e
soluzioni antibiotico cortisoniche.
La persistenza del
secreto e della
pressione negativa
a livello nasale può comportare un fenomeno di
trasformazione funzionale a carico delle cellule della mucosa della
cassa del
timpano con incremento delle cellule che secernono
sialomucine (globet cells),
che insieme al parallelo riassorbimento della componente sierosa comportano la
formazione di una
secrezione densa
a carico dell’orecchio
medio.
Otoscopicamente
si osserva una
membrana di colorito ambrato, in
cui non si osserva più il
triangolo luminoso determinato
dall’incidenza della luce sulla
MEMBRANA TIMPANICA, la
timpanometria evidenzia una
curva piatta, ossia senza o con minima
escursione del
sistema timpanico-ossiculare, clinicamente il paziente ha un
incremento dei sintomi precedenti (autofonia,
ipoacusia
soprattutto a carico delle frequenze gravi, lieve
otalgia
e talvolta anche lieve
senso di sbandamento
e
cefalea).
In questa fase la
componente batterica
è modesta ed il processo può stabilizzarsi in tal modo ed assumere un
andamento cronico,
subacuto
o
acuto a seconda del tempo senza che
sia presente reale dolore (otite secretiva).
In questa fase soprattutto nel
bambino piccolo il senso di
fastidio causato dall’autofonia
e dall’ipoacusia
può rendere il pazientino
irritabile,
con bambino che
piange
e si
tocca l’orecchio.
![](../images/linus.gif)
Inoltre può
realizzarsi una comune
iperemia dei
vasi attorno al manico del martello
(perimalleolari),
il cosiddetto “riflesso rosso” (ciò può anche capitare in un orecchio
assolutamente normale per esempio in un bambino che si “dimena” nell’ambulatorio
dell’otorino o del pediatra), che può far erroneamente pensare ad un
otite media purulenta acuta in fase
iniziale.
L’evoluzione che
caratterizza questo stadio può essere però molto rapida e condurre senza
soluzione di continuità all’otite media purulenta acuta.
In questo caso
attraverso la
tuba, e quindi nella gran parte dei casi per
via rinogena,
si è avuta una risalita e
proliferazione di batteri
nell’orecchio
medio.
L’insieme
di questi stadi può essere molto rapido ed è in genere preceduto da un’infezione
virale delle
alte vie
respiratorie (URI
= Upper
Respiratory
Infection), che
prepara il “terreno” in virtù anche della attività
ciliotossica virale.
L’infezione
predilige il periodo che va dalla nascita ai 4, con picco tra i sei e 24 mesi, è solitamente
monomicrobica,
tipica dell’età
pediatrica ed ha diversa eziologia
a seconda dell’età.
Prima dei tre anni prevalgono lo
Streptococco Pneumonite e l’Hemophilus
Influenzae, ed in minor misura la
Moraxella Catharralis, lo
Streptococco Pyogenes e lo
Staphylococco Aureo, mentre dopo i
tre anni staph. Aureus, germi gram negativi (vedi
www.med.univ-tours.fr/enseign/orl/ped/oma.htm
).
Il quadro classico è quello del bambino che durante una notte invernale
piange disperatamente senza che si riesca a calmarlo.
Otoscopicamente la
MEMBRANA TIMPANICA,
appare ispessita fortemente iperemia, spesso con un “bombè” interessante i
quadranti inferiori e spesso pulsante.
Il paziente
lamenta un
forte dolore
al
fondo del condotto uditivo
ed alla pressione della
regione mastoidea,
se l’interessamento di questa zona è di particolare rilievo,
ipoacusia,
orecchio
ovattato
e, non raramente è presente un
rialzo febbrile.
Il dolore è
dovuto al forte “stiramento” delle
terminazioni nervose dolorifiche
della
cassa
e, soprattutto, della
membrana timpanica,
unica parete “deformabile” della
cassa del timpano.
L’evoluzione spontanea, se non si interviene con la terapia è quella della
perforazione con comparsa dell’otorrea
(fuoriuscita di materiale fluido dall’orecchio), e notevole miglioramento del
quadro doloroso.
In pratica
si realizza un
drenaggio spontaneo
e la
perforazione
il più delle volte si richiude spontaneamente, anche se, particolarmente in
mancanza di terapia adeguata può diventare cronica.
La terapia in questi casi può anche rispettare
il normale corso della malattia effettuando una piccola perforazione chirurgica
(miringotomia)
dei
quadranti
inferiori della
MEMBRANA TIMPANICA,
e permettendo così l’uscita del
materiale purulento,
ma è ovvio che tale soluzione non è di facile attuazione e necessita di
ambiente
ospedaliero specializzato.
In
situazioni più comuni può essere utile ridurre il dolore con
gocce
anestetiche, applicare degli
impacchi
caldo umidi sull’orecchio, e
contemporaneamente, iniziare una
terapia antibiotica a largo spettro tenendo presente la probabile eziologia, ed
iniziare una azione incisiva a livello nasale, con
lavaggi nasali,
gocce antibiotico cortisoniche o
antisettiche ed
aerosol nasali ed ovviamente se
necessario
antalgici (prima dei sei anni si preferisce il
paracetamolo al
dosaggio di 50 mg pro Kg e dopo anche altri antidolorifici (Fans).
A proposito
dei
lavaggi nasali,
di indubbia utilità, va tenuto presente che attualmente sono presenti in
commercio diverse possibilità dalla
semplice fisiologica,
alle
soluzioni di acqua di mare
con o senza aggiunta di rame (che esercita una
blanda attività antibatterica), alle
acque termali in genere
solfuree
o solfo bromo iodiche.
Queste possono essere applicate come gocce o come spray, in cui
il getto è più o meno consistente.
L’azione del liquido è sia meccanica, di
rimozione delle
secrezioni patologiche a carico delle
fosse nasali,
sia di ripristino della normale
attività mucociliare.
In mancanza
di tali spray, si può anche ricorrere all’uso della comune siringa da 5 ml o
della peretta da orecchio con punta tagliata per ampliare il foro d’uscita, che
può essere riempita di fisiologica o in mancanza di questa di comune acqua
tiepida.
Se
teniamo presentale leggi dell’osmolarità, possiamo in casa, prepararci delle
soluzioni iperosmolari se vogliamo “asciugare” il naso,
isosmotiche se vogliamo
solo lavarlo, ed
iposmolari se vogliamo umidificarlo.
Grossan propone nel primo
caso due cucchiaini da te in un bicchiere addizionando per renderlo più
tollerabile 1/2 cucchiaino di comune bicarbonato, zero nel secondo, mentre per
il terzo caso esistono in commercio soluzioni che contengono sostanze che
trattengono acqua e umidificano la mucosa (acido ialuronico o estratti di alghe
e vengono usate nelle riniti atrofiche o nelle secche).
Attualmente inoltre
esistono in commercio dei kit da applicare all’aerosol, se questo non è, un
apparecchio ultrasonico che permettono di effettuare delle utilissime e rapide
docce nasali con fisiologica a cui si possono addizionare i comuni farmaci aerosolici oppure con i prodotti prima citati e di evitare o ridurre il numero
dei lavaggi e la stessa terapia aerosolica.
Inoltre con tali metodiche è più
facile raggiungere la
regione rinofaringea
ove è presente lo
sbocco della tuba d’Eustachio.
Il raggiungimento di questa regione fa preferire, a mio parere, i
prodotti in gocce nasali a quelli in spray.
Il trattamento di questa forma deve
essere precoce e corretto (soprattutto per quanto riguarda la scelta e la
durata della
terapia antibiotica),
onde evitare le possibili
complicanze,
peraltro attualmente rare (mastoidite,
labirintite,
paralisi facciale,
ascesso cerebrale,
meningite, etc……..)
o la
cronicizzazione.