Dr. Giulio Giovanni Sulis

Otorinolaringoiatra

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Sistema posturale

 

 

Come premessa questo articolo non può prescindere dall’indicare l’influenza determinata sulla mia formazione dalla Scuola della Gemmer, dal Dott. G. Bortolin e dal metodo neuro-anatomico proposto su precise basi neuro-fisiologiche.

 

Il sistema posturale regola il reciproco posizionamento dei vari segmenti scheletrici in maniera da ottimizzarli, sia in condizioni statiche che dinamiche, alle necessità della vita quotidiana. In esso riconosciamo ingressi al sistema, INPUTS, uscite dal sistema, OUTPUTS, ed un fine e sofisticato sistema di integrazione sia centrale che periferica coordinato dal Sistema Nervoso Centrale nelle sue diverse componenti, corteccia, strutture sottocorticali, cervelletto, sistema nervoso autonomo.

 

La grande conquista dell’uomo nel corso della sua evoluzione è stata l’ottenimento della posizione eretta in opposizione alla forza di gravità, questa condizione ha definito diverse situazioni:

 

1)       l’appoggio esclusivamente podalico ha determinato una riduzione netta della proiezione al suolo del centro di gravità, parametro esaminato con la stabilometria statica. Questa situazione ha fatto si che il piede sia necessariamente uno degli ingressi più importante del sistema (Recettore Podalico) .

 

2)       Ha permesso di ottenere l’orizzontalità dello sguardo, parametro che permette di aumentare il campo di esplorazione e che diventa condizione prioritaria ed irrinunciabile. Difatti, in caso di una modifica di questa condizione il massiccio cefalico ed il sistema oculare si adeguano.

 

3)        con l’inclinazione della testa (tilt), con il sollevamento di un occhio ed il  disallineamento tra i due bulbi (Skew deviation), e/o con una ciclotorsione oculare (ocular counterolling), fenomeni  determinati dall’attivazione del sistema otolitico.

 

Pertanto l’occhio è a tutti gli effetti un fondamentale recettore del sistema (Recettore Oculare). L’occhio in perfetto accordo con il piede e grazie all’intervento dei recettori otolitici su cui agisce a permanenza con una forza vettoriale sempre differente in rapporto all’inclinazione del capo, la forza di gravità, danno la percezione della verticalità. Le patologie della sfera otolitica, difatti, comportano un’errata percezione della verticalità quantificabile nel test della verticale soggettiva.

 

4)       Ha permesso la liberazione dell’arto superiore e lo sviluppo delle funzioni fini legate alle mani.

 

Come affermato dalla Scuola di Prof Bourdiol e dal metodo neuro anatomico Bourdiol-Bortolin per poter ottenere questi obiettivi si sono sviluppati fondamentalmente 3 tipi di muscoli, dotati di differenti funzioni:

 

1)       Muscoli fasici, volontari, sotto controllo corticale dotati di una gran forza ma di una bassa resistenza allo sforzo continuativo

 

2)      Muscoli tonici, sono muscoli involontari attivati per via riflessa, hanno un metabolismo su base aerobia tale che permette di sostenere uno sforzo continuativo senza sovraffaticamento. Sono i muscoli posturali per eccellenza, con ruolo antigravitario.  

 

3)       Muscoli emozionali dotati di un doppio controllo corticale e sottocorticale. Hanno almeno un inserzione non ossea (ad es. sulla cute, su un’altra aponeurosi) e sono sotto diretto controllo limbico. Tra questi vanno annoverati i muscoli facciali, il diaframma, il muscolo cardiaco, etc..

 

 

Ogni muscolo, come tale, ha un ruolo relativamente marginale; è meglio infatti parlare di catene muscolari cinematiche o gruppi muscolari volti ad una determinata funzione, ad esempio la catena dei flessori, la catena degli estensori, etc..

 

Quest’ultima catena è di grande rilievo nel mantenimento della posizione eretta; attivata dall’appoggio al suolo del piede durante il passo trova il suo perno nel muscolo traverso spinale (Bortolin).

 

Questo muscolo o meglio questa successione di piccoli muscoli embricati tra di loro seguono pressoché totalmente la colonna dal sacro fino alla regione cervicale alta, determinando, con la loro attivazione tonica,  una opposizione netta alla tendenza alla caduta in avanti con flessione che si viene a realizzare ad opera della forza di gravità.

 

Questa catena, come detto, è attivata dal passo, che diventa pertanto valido ausilio terapeutico per facilitare il raddrizzamento della colonna.

 

La perdita di tono di questo gruppo muscolare, e la perdita della elasticità, fenomeno del fluage, nel tempo può condizionare l’instaurarsi di instabilità a carico della colonna. Per ovviare a questo problema, in un primo tempo, si instaura una attività sostitutiva ad opera dei muscoli fasici, muscoli affaticabili, con l’instaurarsi nel tempo del dolore.

 

Il dolore può essere pertanto la spia di questo fenomeno che deve portare il posturologo ad una rieducazione dei sistemi muscolari  tonici deficitari precocemente. Se questo non viene fatto, la tappa successiva è necessariamente il crollo della struttura colonnare con instaurarsi di rotazioni, torsioni alla base del determinismo della scoliosi.

 

Il ruolo della moderna posturologia pertanto non può prescindere dal proporsi delle finalità precise.

 

1) Visita posturale in condizioni statiche e dinamiche con l’utilizzo del comune filo a piombo.

 

Vengono valutate le “frecce” della colonna (cervicale, lombare, occipite), ossia la distanza tra la massima concavità dei distretti citati rispetto ad un filo a piombo che poggia in un punto specifico della regione sacrale.

 

Si verifica la posizione e l’allineamento dei vari segmenti spalle, bacino, le rotazioni, la posizione della testa etc..

 

2) valutazione dei vari recettori del sistema e verifica di eventuali scompensi.

 

Pertanto esplorazione dell’occhio e della oculomotricità, degli organi vestibolari (sia canalari che otolitici), del piede e dell’appoggio podalico, dell’ATM e del comportamento muscolare durante la deglutizione, la presenza di cicatrici.

 

3) Esplorazione del sistema vestibolare strumentale e non strumentale.

 

Il vestibolo difatti è in stretta correlazione con l’occhio e con i muscoli del collo per il mantenimento di un oggetto in fissazione e per una perfetta coordinazione  occhio-testa (via oculo-cefalogira).

 

I recettori vestibolari sono in stretta relazione con i muscoli corporei a cui danno e da cui ricevono continuamente informazioni a livello dei nuclei vestibolari del tronco dell’encefalo (vie vestibolo-spinali).

 

Pertanto si dovrà valutare la presenza di un nistagmo sia spontaneo, rivelato o provocato, ricorrendo alle varie prove proposte dalla moderna otoneurologia. In questa fase è utile verificare se sono presenti deficit uditivi.

 

4) Valutazione ed esplorazione del cervelletto e di deficit neurologici.

 

Il sistema nervoso centrale è il controllore del sistema posturale sia in periferia che centralmente.

 

Il nostro movimento, la nostra postura risentono di strategie cosiddette a feedback, ossia di azione- reazione nonché a feed forward (meccanismo anticipatore).

 

Questa strategia permette di far apprendere e di rendere automatico un determinato movimento in maniera che sia quello ottimale per una determinata attività. Per esempio, se si effettua una discesa di corsa in un terreno scosceso più volte, la prima sarà di apprendimento ed esplorazione le successive utilizzeranno dei programmi memorizzati in maniera da ottenere un risultato migliore.

 

Dopo questa prima fase di studio della situazione è necessario prima di iniziare un programma rieducativo verificare se vi sono delle situazioni “parassite” che ostacolano la successiva rieducazione sia segmentaria che globale.

 

Presenza di blocchi muscolari

 

Ogni articolazione presenta una perfetto gioco coordinato di diversi gruppi muscolari: agonisti, antagonisti e sinergici.

 

Ad una attivazione degli agonisti deve corrispondere una inibizione degli antagonisti in maniera coordinata e reciproca, il tutto regolato da un fine controllo neurologico.

 

Ogni muscolo ha un suo tono di base regolato sia a livello periferico, grazie a dei recettori di stiramento localizzati nel muscolo detti fusi neuro-muscolari (riflesso miotattico), sia dal controllo di una struttura neurologica estremamente complessa detta sostanza o cartuccia reticolare che occupa la porzione centrale del midollo spinale dalla cauda equina fino alla regione mesencefalica.

 

Questa struttura, in cui i contatti neuronali non avvengono per sinapsi ma per contatto elettrico diretto (efapsi), risente delle influenze periferiche e centrali e contribuisce a seconda di queste al tono muscolare.

 

Come si dice il “filtro” reticolare si “carica durante il giorno di tutte le informazioni periferiche e si scarica durante il riposo”, un suo cattivo funzionamento contribuisce ad una postura errata, ed agli squilibri osteo-mio tendinei. Su di esso giungono le influenze, che poi vengono scaricate sul muscolo, di origine corticale e limbica.

 

Pensiamo, ad es., alla postura eretta della persona sicura di sè, iperattiva o, viceversa, alla postura in flessione del depresso o del soggetto stanco senza energie.

 

Nel blocco questo coordinamento motorio fine e sofisticato salta e l’articolazione rimane frenata nel movimento per contrattura asimmetrica di un gruppo muscolare rispetto al reciproco.

 

Il blocco può comportare:

 

1)       compressione di strutture nervose da cui deficit motori, algie, cefalee.

 

2)       compressione su un elemento vascolare con deficit a valle e sofferenza; è quello che si verifica a carico della reticolare del tronco in caso di blocco dell’atlante o dell’epistrofeo con schiacciamento dell'arteria vertebrale.

 

3)       determinare l’arrivo al cervello di un’informazione periferica errata a provenienza dalla periferia, ad esempio dai piedi con mancata correzione della postura degli arti inferiori mediante un comando centrale.

 

Un esempio importantissimo dil blocco è quello dell’atlante e dell’epistrofeo, prima citato, favorito, ad esempio, da un astigmatismo non corretto, anche se di lieve entità. Nell’astigmatismo infatti, i mezzi di difrazione dell’occhio (cornea, cristallino) non sono perfettamente sferici, ma sono come una toroide, semplificando… “non come una palla ma come un pallone da rugby”. I raggi luminosi provenienti dall’infinito colpiranno pertanto l’occhio non con lo stesso angolo di incidenza, ma con un diverso angolo a seconda della posizione, e vi sarà un asse preferenziale in cui il soggetto vedrà meglio.

 

Per raggiungere questo asse preferenziale si realizzerà una inclinazione più o meno complessa della testa (tilt), che con l’andar del tempo svilupperà una contrattura asimmetrica tra muscoli agonisti ed antagonisti della regione occipito-atlanto-epistrofica con la creazione del blocco. In questa regione esistono dei gruppi muscolari profondi riflessi, non volontari che svolgono due funzioni fondamentali.

 

 

a)       proteggere le arterie vertebrali da eventuali traumatismi.

 

Difatti questa arteria che irrora la regione posteriore del cervello dopo la sua origine dalla succlavia dopo un primo tratto da C7 a C3 in cui percorre i canali intervertebrali ossei oltre questo livello è scoperta fino al suo ingresso cranico. Questi muscoli costituiscono un importante cuscinetto di protezione dell'arteria!!.

 

b)      Evitare eccessive rotazioni del collo durante la oculocefalogiria che potrebbero stirare e far soffrire l’arteria.

 

Un blocco di questa regione comporterà pertanto deficit vascolare sulla vertebrale con sofferenza della sostanza reticolare che e nutrita da un ramo della vertebrale, l’arteria spinale anteriore.

 

La reticolare a questo livello oltre a regolare il tono, partecipa a due importanti funzioni.

 

Regolazione del ritmo sonno-veglia, regolazione dell’accomodazione visiva.

 

Una sofferenza della reticolare a questo livello determinerà pertanto una cattiva sua ricarica durante il sonno notturno, un sonno “non ristoratore” e l’instaurarsi del fenomeno della “astenia paradossa”.

 

E’ questa una condizione che si realizza già al risveglio di testa pesante, stordimento, necessità di qualche ora per essere perfettamente attivi, disequilibrio. A questo si associa una difficoltà nella messa a fuoco degli oggetti.

 

Altro fenomeno associato è la cefalea, fino alla franca nevralgia emilaterale da compressione del nervo grande occipitale. Nevralgia di Arnold, cefalea, disequilibrio, acufeni, etc…possono essere altri sintomi correlati.

 

I blocchi devono essere identificati e trattati perché sono come dei parassiti al sistema.

 

Per poterli identificare, Bourdiol ha proposto di utilizzare la metodica del “palpe rouler”, che consiste nel prendere tra il pollice e l’indice delle due mani una piccola porzione di cute e quindi ricercare al di sotto la presenza di un impastamento che corrisponde ad una senzazione di “fastidio” fino al franco dolore urente in caso di blocco.

 

Questa è la cosiddetta dermalgia riflessa che scompare dopo la risoluzione del blocco.

  

   

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