Come premessa questo
articolo non può prescindere dall’indicare l’influenza determinata
sulla mia formazione dalla Scuola della Gemmer, dal Dott. G.
Bortolin e dal metodo
neuro-anatomico
proposto su precise
basi neuro-fisiologiche.
Il
sistema posturale
regola il reciproco posizionamento dei vari segmenti scheletrici in
maniera da ottimizzarli, sia in condizioni statiche che dinamiche,
alle necessità della vita quotidiana. In esso riconosciamo ingressi
al sistema, INPUTS, uscite dal sistema, OUTPUTS, ed un fine e
sofisticato sistema di integrazione sia centrale che periferica
coordinato dal
Sistema Nervoso Centrale
nelle sue diverse componenti,
corteccia,
strutture sottocorticali,
cervelletto,
sistema nervoso autonomo.
La grande conquista
dell’uomo nel corso della sua evoluzione è stata l’ottenimento della
posizione eretta in opposizione alla forza di gravità,
questa
condizione ha definito diverse situazioni:
1)
l’appoggio esclusivamente podalico ha determinato una
riduzione netta della proiezione al suolo del centro di gravità,
parametro esaminato con la
stabilometria statica.
Questa situazione ha fatto si che il piede sia necessariamente uno
degli ingressi più importante del sistema (Recettore
Podalico) .
2)
Ha permesso di ottenere l’orizzontalità dello sguardo,
parametro che permette di aumentare il campo di esplorazione e che
diventa condizione prioritaria ed irrinunciabile. Difatti, in caso
di una modifica di questa condizione il
massiccio cefalico
ed il
sistema oculare
si adeguano.
3)
con l’inclinazione della testa (tilt),
con il
sollevamento di un
occhio ed il
disallineamento tra i
due bulbi (Skew deviation),
e/o con una
ciclotorsione oculare (ocular counterolling), fenomeni
determinati dall’attivazione del
sistema otolitico.
Pertanto
l’occhio è a tutti gli effetti un fondamentale recettore del sistema
(Recettore Oculare). L’occhio in perfetto accordo con il piede e
grazie all’intervento dei recettori otolitici
su cui agisce a
permanenza con una forza vettoriale sempre differente in rapporto
all’inclinazione del capo, la forza di gravità, danno la percezione
della verticalità. Le patologie della
sfera otolitica, difatti,
comportano un’errata percezione della verticalità quantificabile nel
test della
verticale soggettiva.
4)
Ha permesso la liberazione dell’arto superiore e lo sviluppo
delle funzioni fini legate alle mani.
Come affermato dalla
Scuola di Prof Bourdiol e dal metodo neuro anatomico
Bourdiol-Bortolin
per poter ottenere
questi obiettivi si sono sviluppati fondamentalmente
3 tipi di muscoli,
dotati di differenti funzioni:
1)
Muscoli fasici,
volontari, sotto
controllo corticale
dotati di una gran forza ma di una bassa resistenza allo sforzo
continuativo
2) Muscoli
tonici, sono muscoli
involontari attivati per
via riflessa, hanno un
metabolismo su
base aerobia tale che permette di sostenere uno
sforzo continuativo senza sovraffaticamento. Sono i
muscoli
posturali per eccellenza, con ruolo
antigravitario.
3)
Muscoli emozionali dotati di un
doppio controllo corticale e
sottocorticale. Hanno almeno un inserzione non ossea (ad es. sulla
cute, su un’altra
aponeurosi) e sono sotto diretto
controllo limbico.
Tra questi vanno annoverati i
muscoli facciali, il
diaframma, il
muscolo cardiaco, etc..
Ogni muscolo, come
tale, ha un ruolo relativamente marginale; è meglio infatti parlare
di catene muscolari cinematiche o gruppi muscolari volti ad una
determinata funzione, ad esempio la catena dei
flessori, la catena
degli estensori,
etc..
Quest’ultima catena è
di grande rilievo nel mantenimento della posizione eretta; attivata
dall’appoggio al suolo del piede durante il passo trova il suo perno
nel muscolo traverso spinale (Bortolin).
Questo muscolo o meglio
questa successione di piccoli muscoli embricati tra di loro seguono
pressoché totalmente la colonna dal sacro fino alla regione
cervicale alta, determinando, con la loro attivazione tonica, una
opposizione netta alla tendenza alla caduta in avanti con flessione
che si viene a realizzare ad opera della forza di gravità.
Questa
catena, come detto, è attivata dal passo, che diventa pertanto valido
ausilio terapeutico per facilitare il raddrizzamento della colonna.
La perdita di tono di questo gruppo muscolare, e la perdita della
elasticità, fenomeno del
fluage, nel tempo può condizionare
l’instaurarsi di instabilità a carico della colonna. Per ovviare a
questo problema, in un primo tempo, si instaura una attività
sostitutiva ad opera dei
muscoli fasici,
muscoli affaticabili, con l’instaurarsi nel tempo del
dolore.
Il
dolore può essere pertanto la
spia di questo fenomeno che deve portare il posturologo ad una
rieducazione dei sistemi muscolari tonici deficitari precocemente.
Se questo non viene fatto, la tappa successiva è necessariamente il
crollo della struttura
colonnare con
instaurarsi di
rotazioni,
torsioni
alla base del determinismo della
scoliosi.
Il ruolo della
moderna posturologia pertanto non può prescindere dal proporsi delle
finalità precise.
1)
Visita posturale in condizioni statiche e dinamiche con l’utilizzo
del comune filo a piombo.
Vengono valutate le
“frecce” della colonna (cervicale,
lombare,
occipite),
ossia la distanza tra la massima concavità dei distretti citati
rispetto ad un filo a piombo che poggia in un punto specifico della
regione sacrale.
Si verifica la posizione
e l’allineamento dei vari segmenti
spalle,
bacino,
le rotazioni, la posizione della testa etc..
2)
valutazione dei vari
recettori del sistema
e verifica di eventuali scompensi.
Pertanto esplorazione
dell’occhio e della
oculomotricità, degli
organi vestibolari (sia
canalari che
otolitici), del
piede e
dell’appoggio podalico, dell’ATM
e del comportamento muscolare durante la
deglutizione,
la presenza di cicatrici.
3)
Esplorazione del
sistema vestibolare
strumentale e non strumentale.
Il
vestibolo
difatti è in stretta correlazione con l’occhio e con i
muscoli del
collo per il mantenimento di un oggetto in fissazione e per una
perfetta coordinazione occhio-testa (via oculo-cefalogira).
I
recettori vestibolari sono in stretta relazione con i
muscoli
corporei a cui danno e da cui ricevono continuamente informazioni a
livello dei nuclei vestibolari del
tronco dell’encefalo (vie
vestibolo-spinali).
Pertanto si dovrà valutare la presenza di un
nistagmo sia spontaneo, rivelato o provocato, ricorrendo alle varie
prove proposte dalla moderna
otoneurologia. In questa fase è utile
verificare se sono presenti deficit uditivi.
4) Valutazione
ed esplorazione del
cervelletto
e di deficit
neurologici.
Il
sistema nervoso centrale è il controllore del
sistema posturale sia in periferia che centralmente.
Il nostro
movimento, la nostra postura risentono di strategie cosiddette a
feedback, ossia di azione- reazione nonché a
feed forward
(meccanismo
anticipatore).
Questa strategia
permette di far apprendere e di rendere automatico un determinato
movimento in maniera che sia quello ottimale per una determinata
attività. Per esempio, se si effettua una discesa di corsa in un
terreno scosceso più volte, la prima sarà di apprendimento ed
esplorazione le successive utilizzeranno dei programmi memorizzati
in maniera da ottenere un risultato migliore.
Dopo questa prima fase
di studio della situazione è necessario prima di iniziare un
programma rieducativo verificare se vi sono delle situazioni
“parassite” che ostacolano la successiva rieducazione sia
segmentaria che globale.
Presenza di blocchi
muscolari
Ogni articolazione
presenta una perfetto gioco coordinato di diversi
gruppi muscolari:
agonisti,
antagonisti
e sinergici.
Ad una attivazione
degli agonisti deve corrispondere una
inibizione degli antagonisti
in maniera
coordinata e reciproca, il tutto regolato da un fine
controllo neurologico.
Ogni muscolo ha un suo
tono di base regolato
sia a livello periferico, grazie a dei
recettori di stiramento
localizzati nel muscolo detti
fusi neuro-muscolari (riflesso miotattico), sia dal controllo di una struttura neurologica
estremamente complessa detta
sostanza o cartuccia reticolare che
occupa la porzione centrale del midollo spinale dalla
cauda equina
fino alla
regione mesencefalica.
Questa struttura, in cui i
contatti
neuronali non avvengono per
sinapsi
ma per contatto
elettrico diretto
(efapsi), risente delle influenze periferiche e centrali e
contribuisce a seconda di queste al tono muscolare.
Come si dice il
“filtro” reticolare si “carica durante il giorno di tutte le
informazioni periferiche e si scarica durante il riposo”, un suo
cattivo funzionamento contribuisce ad una
postura errata, ed agli
squilibri osteo-mio tendinei. Su di esso giungono le influenze, che
poi vengono scaricate sul muscolo, di
origine corticale e
limbica.
Pensiamo, ad es.,
alla postura
eretta della
persona sicura di sè, iperattiva o, viceversa, alla
postura in flessione
del depresso o del soggetto stanco senza energie.
Nel blocco questo
coordinamento motorio
fine e sofisticato salta e l’articolazione rimane frenata nel
movimento per
contrattura asimmetrica
di un gruppo muscolare rispetto al reciproco.
Il blocco può
comportare:
1)
compressione di
strutture nervose da cui
deficit motori,
algie,
cefalee.
2)
compressione su un elemento vascolare con deficit a valle e
sofferenza; è quello che si verifica a carico della
reticolare del tronco
in caso di
blocco dell’atlante o
dell’epistrofeo
con schiacciamento dell'arteria
vertebrale.
3)
determinare l’arrivo al
cervello
di un’informazione periferica errata a provenienza dalla periferia,
ad esempio dai piedi con mancata correzione della postura degli arti
inferiori mediante un comando centrale.
Un esempio importantissimo dil blocco è quello dell’atlante e
dell’epistrofeo, prima citato, favorito, ad esempio, da un
astigmatismo non corretto, anche se di lieve entità.
Nell’astigmatismo infatti, i mezzi di difrazione dell’occhio
(cornea, cristallino) non sono perfettamente sferici, ma sono come
una toroide, semplificando… “non come una palla ma come un pallone
da rugby”. I raggi luminosi provenienti dall’infinito colpiranno
pertanto l’occhio non con lo stesso angolo di incidenza, ma con un
diverso angolo a seconda della posizione, e vi sarà un asse
preferenziale in cui il soggetto vedrà meglio.
Per raggiungere questo asse preferenziale si realizzerà una
inclinazione più o meno complessa della testa (tilt), che con
l’andar del tempo svilupperà una contrattura asimmetrica tra muscoli
agonisti ed antagonisti della regione occipito-atlanto-epistrofica
con la creazione del blocco. In questa regione esistono dei gruppi
muscolari profondi riflessi, non volontari che svolgono due funzioni
fondamentali.
a)
proteggere le
arterie vertebrali
da eventuali traumatismi.
Difatti questa arteria
che irrora la regione posteriore del cervello dopo la sua origine
dalla succlavia
dopo un primo tratto da C7 a C3 in cui percorre i
canali intervertebrali
ossei oltre
questo livello è scoperta fino al suo ingresso cranico.
Questi muscoli
costituiscono un importante cuscinetto di protezione dell'arteria!!.
b)
Evitare eccessive
rotazioni del collo durante la
oculocefalogiria che potrebbero stirare e far soffrire l’arteria.
Un
blocco di questa regione comporterà pertanto deficit vascolare sulla
vertebrale con sofferenza della sostanza reticolare che e nutrita da
un ramo della vertebrale, l’arteria spinale anteriore.
La reticolare a
questo livello oltre a regolare il tono, partecipa a due importanti
funzioni.
Regolazione del ritmo sonno-veglia, regolazione
dell’accomodazione visiva.
Una sofferenza della
reticolare a questo
livello determinerà pertanto una cattiva sua ricarica durante il
sonno notturno, un sonno “non ristoratore” e l’instaurarsi del
fenomeno della “astenia paradossa”.
E’
questa una condizione che si realizza già al risveglio di testa
pesante, stordimento, necessità di qualche ora per essere
perfettamente attivi, disequilibrio. A questo si associa una
difficoltà nella messa a fuoco degli oggetti.
Altro fenomeno
associato è la cefalea,
fino alla franca
nevralgia emilaterale da
compressione del nervo grande occipitale.
Nevralgia di Arnold,
cefalea, disequilibrio,
acufeni, etc…possono
essere altri sintomi correlati.
I blocchi devono
essere identificati e trattati perché sono come dei parassiti al
sistema.
Per poterli
identificare, Bourdiol ha proposto di utilizzare la metodica del
“palpe rouler”, che consiste nel prendere tra il pollice e l’indice
delle due mani una piccola porzione di cute e quindi ricercare al di
sotto la presenza di un impastamento che corrisponde ad una
senzazione di “fastidio” fino al franco dolore urente in caso di
blocco.
Questa è la cosiddetta
dermalgia riflessa
che scompare dopo
la risoluzione del blocco.