L'emicrania
è una patologia su
base familiare; la
presenza di entrambi i genitori emicranici comporta una probabilità
di circa il 75% di sviluppo della sintomatologia caratterizzata
dalla presenza di periodiche crisi di
intensa cefalea strettamente
emilaterale associate associata o meno a
sintomatologia
neurovegetativa (come
nausea,
vomito,
fotofobia, etc..).
Può essere preceduta da
un'aura (Emicrania
con aura),
o senza aura (Emicrania
SENZA aura).
L'aura
è una fenomenologia che precede la crisi ed avverte il paziente
dell'arrivo della cefalea. E' molto variabile, possono essere delle
serie di sbadigli, un abbassamento improvviso della vista, nausea,
parestesie, senso di calo della forza, una vertigine....
L'emicrania senz'aura
é senz'altro più
frequente dell'emicrania
con aura anche se
tutte le emicranie possono associarsi a
vertigine.
E' una patologia molto
più frequente nel sesso femminile (rapporto femmine maschi 7/1).
E' caratterizzata da :
UNILATERALITA’,
DOLORE PULSANTE, ATTACCHI DI INTENSITA’ MEDIO-SEVERA, ED
AGGRAVAMENTO CON L’ATTIVITA’ FISICA, NOTEVOLE SENSIBILITA’ PER
STIMOLAZIONI SENSORIALI FORTI IN PARTICOLARE LUCE E SUONO
L'emicrania
è una patologia ad esordio tipicamente adulto anche se non è raro
che si abbia una comparsa precoce già in età pediatrica.
Suoi precursori
sono rappresentati dalla
cinetosi
in paz. con familiarità emicranica e dalla
Sindrome periodica dell'infanzia,
caratterizzata da un corteo
eterogeneo di sintomi quali
svogliatezza,
dolori addominali,
vertigini,
sonnolenza
è considerata un precursore emicranico che può accompagnarsi a
cefalea ed evolvere o meno in età adulta in una franca emicrania.
Il
torcicollo spasmodico
dell'infanzia, e la
vertigine parossistica
benigna dell'infanzia
sono invece considerati dei veri
equivalenti emicranici.
Questo
torcicollo è messo tra le
patologie vestibolari perché in effetti è
una crisi dell’apparato otolitico che mette la testa del bambino in
tilt con leggera rotazione. Non può essere confuso con un
torcicollo
normale perché in effetti il bambino si posiziona in torcicollo con
tilt in rotazione, questo lo fa nel giro di un quarto d’ora, rimane
in questa posizione per un periodo variabile da ¼ d’ora a venti
minuti a volte anche qualche ora dopo di che il torcicollo si
risolve e torna tutto perfettamente normale.
Il
torcicollo spasmodico
ha un esordio precoce (dai 2 ai 5 anni di età) ed è molto più raro
della
Vertigine parossistica dell'infanzia.
Questa seconda forma ha
un esordio più tardivo ma diventa molto rara (3-8 anni) ed è
caratterizzata dalla comparsa in pieno benessere di crisi di arresto
motorio in cui il bambino ha
pallore,
sudorazione,
deve aggrapparsi a qualcosa, riferisce che
tutto ruota,
che gli oggetti girano per qualche minuto durante la crisi, poi
tutto torna normale, per cui spesso i genitori sono chiamati, magari
a scuola dalla maestra impaurita e, quando arrivano, trovano un
bambino in condizioni perfettamente normali.
Vi sono pertanto due
note caratteristiche in questa vertigine:
1)
un arresto motorio, con
una sorta di assenza
2)
un esordio brusco, in
pieno benessere con perfetto ritorno alla normalità dopo la crisi
L’esordio brusco, la
risoluzione completa immediata e la recidività nel tempo di questi
attacchi non permettono un’altra diagnosi possibile, la diagnosi è
pertanto anamnestica. Dopo la pubertà questa forma diventa molto
rara.
Una forma particolare di
emicrania è l'EMICRANIA
BASILARE che
colpisce più frequentemente il sesso femminile, caratterizzata da
episodi di violenta cefalea a localizzazione occipitale associati a
sintomi da interessamento delle
strutture cerebrali posteriori come
nausea,
vomito,
disartria,
calo della forza, etc).
Esiste pertanto
una relazione stretta tra
vertigine e
cefalea,
e spesso si osservano all'esame
vestibolare alterazioni sia
specifiche che aspecifiche.
Pertanto è
estremamente importante durante la raccolta dell'anamnesi ricercare
la presenza di una familiarità
emicranica.
La vera
vertigine emicranica
è caratterizzata dalla associazione di sintomi vertiginosi
importanti di tipo periferico associati a emicrania, durante o dopo
la vertigine, fattori precipitanti della vertigine simili a quelli
dell'emicrania (poco sonno o irregolare, variazioni ormonali,
assunzione di certi cibi, alcol, stress, rapporto con il ciclo
mestruale...), buona risposta ai farmaci antiemicranici.
E' stato
dimostrato che, alla base, vi sono alterazioni dei canali al calcio,
alla luce di queste alterazioni è stato proposto a scopo
profilattico l'utilizzo di calcioantagonisti.
Sempre più frequenti
sono i casi di
vertigini post emicraniche.
Vi sono molte donne che cominciano a sviluppare le vertigini dopo
che il mal di testa gli è passato da anni, e queste sono più
frequenti di quanto non si pensi.
La
terapia
è duplice, sia di tipo
comportamentale
che
farmacologica.
1)
La
terapia
comportamentale si propone
di migliorare lo
stile di vita
(sonno regolare, poco stress,
riduzione dell'alcol, attenzione a certi cibi come
cioccolato,
vino
rosso,
formaggi stagionati che liberano la
tiramina, una sostanza ad
attività
istamino simile
responsabile di
vasodilatazione
cerebrale),
attenzione anche all'uso dei
contraccettivi orali.
2) La
terapia farmacologica
può essere sintomatica
durante la crisi e si avvale di
antiinfiammatori
non steroidei,
antiemetici,
sedativi.
I
triptani,
farmaci ad azione serotoninergica, agiscono nel rendere abortiva una
crisi emicranica prima che insorga, spesso infatti il paz. si rende
conto che la crisi sta arrivando.
A scopo
profilattico sono utili i
calcio antagonisti come la
flunarizina ed il
verapamil, gli
antidepressivi triciclici, in particolare nei pazienti in cui la
crisi è scatenata dallo stress e
l'acetazolamide, un inibitore della
anidrasi carbonica utilizzato nei paz. affetti da
glaucoma e nella
meniere. Quest'ultimo farmaco ha dato buoni risultati nella
prevenzione degli episodi cefalalgici.